Visto da me: Fiorentina-Lazio 0-4
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di Er Matador
Datemi un portiere che pari, un attaccante che segni e poi nel mezzo metteteci chi volete!
Così recita una frase attribuita a Fulvio Bernardini, citata spesso da chi non ama troppo le complessità che ruotano attorno al concetto di gioco. La prima ora di gioco della Lazio ha omaggiato tale motto, e con esso un personaggio illustre della sua Storia.
Al centravanti che segna hanno provveduto Vecino e Zaccagni con giocate dal retrogusto vagamente d’antan. La “pettinata” all’indietro dell’uruguaiano ha ricordato le soluzioni aeree del Tare giocatore. La conclusione fuori equilibrio (nella foto, ndr) dell’ex veronese, letteralmente inventata sul piano tecnico e stilistico quanto tremendamente efficace, evoca alcune segnature di Pablito Rossi.
Quanto al portiere, Provedel ha tolto dalla porta, con un movimento quasi innaturale, il colpo di testa di Quarta: evitando di dimezzare il vantaggio alla fine del primo tempo, in assoluto una fra le sequenze di gol più destabilizzanti per chi sta conducendo nel punteggio. Parata da punti, senza dubbio, e nel suo avvio di stagione non è la prima.
In mezzo, gli uomini di Italiano hanno coniugato risorse quasi inesauribili nell’alimentare la manovra alla puntualità nell’imbottigliarsi quando si arrivava al dunque. Schemi cervellotici o semplicemente sbagliati? Giocatori individualmente inconcludenti? Un clamoroso equivoco chiamato Jović? Fatti loro, per fortuna.
Di certo la Lazio ha opposto linee basse corte e una puntuale densità al centro, non lasciando mai lo spazio per conclusioni a colpo sicuro. Quando la squadra cominciava a soffrire, per la difficoltà nell’uscire e nel cucire le due fasi di gioco, Sarri ha azzeccato il miglior cambio della sua gestione.
Evitando la solita, stanca sostituzione uno a uno per avvicendare un centrale basso (Marcos Antonio) con un giocatore diverso quanto a ruolo e caratteristiche come Luis Alberto. Lo spagnolo ha garantito nel modo migliore i collegamenti tra fase difensiva e azioni di rimessa, dando il via a una mezz’ora finale da museo del contropiede.
Molto positivo, se si tiene presente la psicologia del ruolo di centravanti, il quarto gol siglato da Immobile.
Come l’anno scorso, i biancocelesti mettono in campo al Franchi la migliore prova di squadra della stagione. Si spera che il tecnico ne abbia tratto le indicazioni salienti, evitando di ripetere errori e impuntamenti già materializzati in troppe circostanze.
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