Visto da me: Lazio-Inter 3-1

di Orazio Scala



Tanta roba, questo inizio di stagione.

Prima di tutto: gli inserimenti dei nuovi appaiono tutti azzeccati e sembrano aver messo a posto tutto l'assieme. Già dopo i primi due interventi contro il Bologna mi è venuto istintivo un "toh, abbiamo un portiere". Il che sarà pure frutto di una visione all'antica, ma per me continua a fare un bel pezzo del totale.

Davanti. Romagnoli appare un vero colpaccio. È il punto di riferimento arretrato e ha quadrato l'intero reparto. Ne beneficia, ancora più dello scorso anno, Patric, a cui in passato sono toccate brutte etichette - ormai spazzate via - in virtù di schieramenti o del tutto inadatti o per la scarsa sincronia con alcuni compagni.

Degli esterni sappiamo tutto. Lazzari, non credevo fosse possibile in questi termini e ne va dato atto a lui e al tecnico, ha sposato bene questo ruolo. Marusic ormai è una certezza e la necessità affermata da molti di un esterno sinistro proprio non la vedo.

Cataldi. Un altro che, se ha i giusti riferimenti intorno, sfodera partite di lusso, così come se li perde diventa una mina vagante. Se, da trascinato dagli eventi ne diventa motore, al mister non va fatto tanto di cappello ma di due cappelli.

La composizione del terzetto mediano è stata, con Sarri, il rebus principale. Difficile l'equilibrio con Luis Alberto e tre attaccanti, penalizzante sul piano offensivo l'assenza dello spagnolo, anche perché Basic non ha mai convinto pienamente.
Ieri invece si è visto un altro quadro (merito di Vecino?) e l'ingresso di Luis, a partita avanzata, è stato devastante.
Chissà, forse questa gestione del ragazzo è la migliore, al di là della sofferenza nel vederlo fuori: ma ormai con cinque cambi si gioca veramente in sedici e le "staffette" sono una chiave della partita, non una ricerca di soluzioni in corso d'opera.

Una parola per Felipe Anderson. Non è più quello che ci salutò anni fa. È un calciatore ora fondamentale sul piano tattico, rispetto al suo "predecessore" che troppo spesso costituiva un problema, in quel senso.
Su questa maturazione forse ha inciso anche la guida tecnica perché in alcune partite, su tutte Verona, si rivide il vecchio Felipe, che ora è definitivamente in archivio. L'inizio un po' in sordina del ragazzo ha condizionato le prime due gare e fatto preoccupare per una sua involuzione: tutti dubbi spazzati via alla grande ieri sera. Anderson è l'unico che con Sarri ha SEMPRE giocato in campionato e questo non è certo un caso.

Ieri sera grande sbornia ma anche a Torino, nonostante il pari, si era vista una Lazio di ferro, compatta e cosciente. Soprattutto dietro. Se non prendi gol non perdi, come minimo.
Questo non vuol dire, nonostante si possano fare facili battute, che hai fatto catenaccio: vuol dire che ti sei difeso bene e che quindi il tuo piano tattico funziona. E non riesco a immaginare piani tattici che non prevedano di difendersi bene.

Come detto, la nostra prestazione potrebbe sembrare appoggiata su una serataccia interista, ma proprio la Lazio di Torino mi fa pensare non sia così.

Battiamo l'Inter a Roma per il terzo anno consecutivo: non so se sia mai accaduto. Un altro primato dell'infinita collana di record della nostra Guida Suprema.

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