Visto da me: Milan-Lazio 4-0 (CI)

di Orazio Scala



Due settimane di sosta, cena di chiarimento, la Lazio va a Firenze e straccia i padroni di casa.
L'undici di partenza è il risultato di una sinergia decisamente migliorata tra calciatori e tecnico.

Cominciamo dal portiere: la stagione era iniziata con Reina titolare e Strakosha ai margini, come per tutto l'anno scorso.
L'albanese viene riproposto in EL e gli scappa un erroraccio: fuori definitivamente? No, le prestazioni sempre più discutibili dello spagnolo rendono necessario riproporlo e Strakosha se la cava, stavolta.
In Coppa Italia, dentro di nuovo Reina. Perché? Rotazione? A che scopo? Inspiegabile. Dice, lo fanno tutti: e sti cazzi, non siamo nei Pulcini.

Reparto arretrato. Io trovavo delittuosa la marginalizzazione di Lazzari e i dubbi su Acerbi.
Acerbi si è fatto fuori da solo e aveva ragione l'allenatore quando gli contestava l'anarchia tattica.
Lazzari ha tirato fuori una bella partita a Firenze, la linea arretrata da qualche partita dimostrava ottima solidità.
In altre partite era stata sperimentata, con buon successo, l'inversione di posizione tra Hysaj e Marusic.
Ieri sera, linea arretrata con Hysaj a destra e Marusic a sinistra. Perché? Non si sa.

In mezzo. Leiva è stato una delle chiavi della Lazio vista a Firenze. Luis Alberto pure.
Fuori entrambi ieri sera. Perché? Non si sa.

Davanti. Felipe Anderson a Firenze non c'era, quindi gioca. Certo, Pedro non stava bene.
Unico cambio obbligato.

Rimane il fatto che una squadra che veniva da due settimane di sosta e che rigiocava dopo quattro giorni, non 48 ore, dopo una prestazione che ci ha fatto dire "finalmente!" e in base a uno schieramento preciso e logico, viene sottoposta in un quarto secco a San Siro col Milan a un turn-over massiccio.
E che, guardacaso, ripropone la formazione che per mesi è stata spacciata come la migliore possibile: forse il mister ha pensato che il turn-over fosse quello di Firenze?

Certo, Leiva non può fare novanta minuti al top, ma ieri sera poteva cominciare lui. Così come Luis Alberto.
Hai uno che dopo mesi di lavoro ti sfodera una partita brillante e dimostra applicazione e collaborazione: ottimo, in panca quella dopo.

Dopo i primi minuti, il Milan ci ha reso impossibile giocare: con un pressing a tutto campo al quale non è stata opposta una contromisura che fosse una.
La ricerca dell'uscita palla al piede è stata sempre frustrata e non è filtrato un pallone in avanti che fosse uno, col risultato di lasciare isolati Felipe Anderson e Immobile, mentre il solo Zaccagni ha cercato di "leggere" la partita e abbassarsi a fare legna.
L'unica palla lunga, giocata inutilmente invocata per tutto il primo tempo almeno per spaccare mentalmente quell'attacco-contro-difesa che stava andando in scena, l'ha mandata Milinkovic-Savic, liberando guardacaso Immobile davanti al portiere.
Ma tra le direttive di ieri sera pareva anche chiara quella di NON scaricare mai palla su Reina, l'unico in quel contesto tattico che sarebbe stato in grado di mandare palla oltre la metà campo.

Ripeto, con questo Milan si perde e basta. Ma se dopo venti minuti è evidente che la partita che volevi giocare è stata resa nulla dalle contromisure dell'avversario, cerchi una variazione sul tema, fai degli spostamenti, qualcosa.
Noi no, niente: quintali di palloni mandati verso centrocampisti in inferiorità numerica e regolarmente persi e regolarmente rimessi in profondità, specie sulle esterne, dal Milan.
Qualsiasi difesa in quelle condizioni va in crisi: l'errore di posizione di Hysaj non è un fulmine a ciel sereno, se ti mandano contro trenta palloni prima o poi l'errore lo commetti. Vecchio discorso.

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