Visto da me: Venezia-Lazio 1-3

di MagoMerlino



Per quella con il Genoa si poteva addurre la scarsità dell'avversario, ma il Venezia non è apparso un Genoa o una Salernitana allo sbando.
La Lazio ha messo subito la partita su un binario a lei consono grazie alla prodezza di Pedro. Era già successo a Sassuolo, ma sappiamo come era finita.

Pedro è veramente il coniglio uscito dal cilindro, ed è la conferma di come il caso regoli gli avvenimenti nel mondo del calcio.
Quando è arrivato, grazie ad una intervista di Sarri dove lo lodava e grazie al fatto di essere un "esubero" di cui liberarsi, in molti ci siamo lamentati – pure io prima di tutti – di aver preso un bollito: neppure buono per quelli, che da un bollito sono guidati.
Invece Pedro sta dimostrando di valere tutto il passato che lo ha preceduto. L'età è quella che è, ma la caparbietà con la quale gioca è encomiabile e d'esempio per più di qualche suo compagno, un po' troppo farfallina intenta a specchiarsi nello stagno.

Pedro è stato preso per consentire a Sarri d'impostare il 4-3-3. E la domanda sorge spontanea: se non ci fosse stata questa occasione fortuita, quel gran genio del DS chi avrebbe portato?
Un Durmisi? Un Jony? Uno sconosciuto conosciuto solo da qualche suo amico esperto di curling?

Poi però ti accorgi che, non essendo riusciti a prendere Kostic richiesto da Sarri, è arrivato comunque Zaccagni, sempre richiesto da Sarri come alternativa e che sta confermando le qualità espresse a Verona.
Acquisto sbloccato direttamente dal presidente, dal momento che probabilmente il DS non riusciva a chiudere la trattativa: perché magari avrebbe voluto portare qualche giocatore a lui gradito, segnalatogli da qualche suo amico esperto di ping pong. Vai a sapere!

Tutto questo conferma inesorabilmente quanto i proverbi soprattutto nel calcio siano la saggezza dei popoli. Nel caso di specie: contro il culo la ragione non vale. Culo sta per caso, casualità.
Hai voglia a pianificare e programmare, puoi affidarti al culo e sperare. Qualche volta può andare.

Partita quindi che la Lazio tiene in pugno riuscendo in un giro palla un po' più veloce del solito, mettendo molta a attenzione nella fase di non possesso, tanto da non rischiare troppo come nelle recenti uscite.
Potremmo arrivare a sostenere un accenno di... Sarrismo? Forse ancora troppo poco, perché il gioco di attacco sembra ancora troppo basato su iniziative individuali.

L'assetto difensivo, irrobustito da Marusic e Radu terzini, toglie più di qualcosa in costruzione ma offre maggiori garanzie di tenuta difensiva.
Così come anche il dinamismo e la vocazione al sacrificio di Basic aumentano la capacità di tenuta del centrocampo, nonostante Cataldi non riesca proprio ad interpretare il ruolo di Leiva, soprattutto nei contrasti.

Così bastano due disattenzioni, gravissima quella di Ramos, e il Venezia inesorabilmente pareggia.
Se il gol l'avesse subito Reina, probabilmente staremmo parlando della poca reattività del portiere, ma fortunatamente in porta c'era Strakosha: e come per il gol subito dal Genoa, dove neppure distende il braccio per provare ad intercettare il pallone, del gol subito e delle qualità del portiere non si parla. Giusto così.

Sarri prova a cambiare nel secondo tempo e l'inserimento di Luis Alberto risulta determinante, confermando che lo spagnolo partendo dalla panchina potrebbe rivelarsi un'arma letale a disposizione dell'allenatore. La difficoltà è fargli accettare il ruolo.

La Lazio vince anche grazie al secondo gol consecutivo di Acerbi, che spizza ancora una volta un pallone da calcio d'angolo (nella foto, ndr).
Altro buon segnale, dal momento che fino a qualche settimana fa era praticamente inutile batterli i calci d'angolo; evidentemente qualcosa è cambiato nell'interpretazione collettiva della palla inattiva. Speriamo di confermare il trend.
Peraltro pessimo, se risultasse vero, il comunicato di sedicenti ultras laziali nei confronti di Acerbi. Certe cose dalle nostre parti sarebbe meglio cancellarle definitivamente.

Da manuale del gioco del calcio il terzo gol ideato e realizzato da Luis Alberto. Seconda "magia" dopo il lancio a Zaccagni.

Ora c'è il mercato, dove si dovrà provvedere per quanto possibile a riparare ai guasti dei precedenti mercati realizzati dal miglior DS sulla piazza, con la complicità dei sui amici esperti di baccara, poker e teresina.
Gli obiettivi sono tutti ancora raggiungibili, basta azzeccare gli acquisti. Quelli casuali sono già andati tutti bene, rischioso affidarsi ancora al caso: perché sfidare troppo la fortuna che già ha fatto la sua parte?
Adesso sarebbe il caso di programmarli con attenzione. Bisognerà risolvere la questione portiere, centrale di difesa, centrocampista centrale basso e punta. Italiani o con quantomeno esperienza del campionato di serie A e attitudine al 4-3-3.
Astenersi perditempo e DS incapaci con amici esperti di taglio e cucito.

Auguri.

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