Visto da me: Spezia-Lazio 1-2
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di Er Matador

Ho potuto seguire solo il primo tempo, nel quale mi hanno colpito:
1) la qualità dei nostri gol. Ciro scatta molto defilato; deve sterzare al massimo della velocità, col rischio di scivolare miseramente; mantiene il pallone letteralmente incollato al piede, cosa non facile senza decelerare; coglie il millesimo di secondo quanto a tempismo nell'infilare il portiere. Farlo è da centravanti di razza; farlo sembrare semplice, come è capitato a lui, dice qualcosa in più. SMS la piazza sul secondo palo da una posizione così adatta a un sinistro che, per un attimo, ho pensato alla conclusione da parte di Radu. Sarebbe fattibile trovare quell'angolo dalla mattonella opposta, sul vertice sinistro dell'area, non da lì
2) La prestazione imbarazzante della difesa: e non mi riferisco alle défaillance individuali di Luiz Felipe e Acerbi, quanto al reparto nel suo insieme. È sufficiente che un centravanti più mobile del solito porti via l'ex Sassuolo, con un movimento non proprio imprevedibile, e si aprono voragini fra giocatori allo sbando. L'organizzazione difensiva, comprensiva del coordinamento con la mediana, è ancora da inventare
3) La sicurezza di Reina. Cerca sempre la presa, indice di personalità, e non la sbaglia. Scoraggia gli avversari dal provarci con tiri buttati a caso, costringendoli a cercare soluzioni più complesse. Più che un buon portiere, abbiamo trovato un leader.
4) Accodo qui la mia opinione su Pereira: giocatore diversissimo, a mio avviso, da Luis Alberto. Uno, lo spagnolo, fa il gioco; l'altro, il belga-brasiliano, le giocate. Uno è l'epicentro della manovra a ciclo continuo; l'altro entra ed esce dalla partita a piacimento. Uno segue delle geometrie di gioco; l'altro le inventa, con una predilezione per gli arabeschi. A proposito di Pereira, si è capito che:
a) ha una tecnica individuale di altissimo livello b) in fase di non possesso ti fa giocare 10 contro 11 c) quando rientra in difesa ti fa giocare 10 contro 12 d) è tatticamente anarchico, disorienta gli avversari ma anche i compagni
Per ora si è ritagliato uno spazio alla Altafini: nella mezz'ora finale, con ritmi bassi, spazi ampi e schemi saltati, può spaccare diverse partite. Il tutto nell'attesa di capire come integrarlo pienamente nell'organico. Spero di sbagliarmi, ma temo che non sarà facile farne un titolare.
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