Visto da me: Lazio-Bologna 1-2
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di Er Matador
Dopo la serata di gloria in CL, si temeva un clamoroso contraccolpo. Che c’è stato solo nel secondo tempo e solo sul piano della lucidità, venuta meno dopo la mazzata dell’1-2, mentre per il resto la squadra è sempre rimasta in partita.
Prima frazione tra le migliori stagionali, come regolarmente accade quando la Lazio si scrolla di dosso la pelle morta del 4-3-3. Verticalizzazioni rapide, Luis Alberto sganciato dei tre di metacampo e Isaksen che converge nel ruolo di seconda punta de facto (nella foto il gol del provvisorio 1-0, ndr) disegnano un assetto molto più razionale, fino al meritato vantaggio.
Il danese, oggi migliore in campo, si sta imponendo come una sorta di Cerci col trapianto di cervello e una maggiore fisicità. Così si spiega in parte la naturale intesa fra lui e Ciro, che con lo sbruffone di Velletri aveva fatto coppia d’attacco in granata. Poi sarà giovane e da levigare sotto molti aspetti, ma sostenere che “non sia pronto” o non abbia inciso è davvero flebile.
Un arbitraggio criminale e qualche errore di troppo in zona gol preparano l’immeritata beffa, con un gol fra i più stupidi nella Storia di questa disciplina. Un gol sul quale le colpe di Provedel sono seconde a quelle sia di Luis Alberto (che lo chiama in causa in maniera scellerata) sia di Casale (al quale sarebbe bastato salire, anziché rischiare l’arresto per vagabondaggio, per mettere in fuorigioco gli avanti felsinei).
Un gol sul quale il vero imputato è il tossico che, dopo un illusorio allontanamento dal vizio, ricade nella dipendenza: perché dietro alle mancanze individuali si staglia un’idea malata chiamata sarrismo. E non per la celeberrima costruzione dal basso, che può piacere o meno, quanto per la pervicacia integralista, irresponsabile e masochista nell’anteporre le proprie ossessioni al più elementare buonsenso. Se Luis Alberto o chi per esso cerca un retropassaggio al portiere in quella situazione – anziché prendere un fallo, tentare un lancio in avanti o rifugiarsi in una più casereccia spazzata – lo fa perché plagiato da concetti che neppure c’entrano più col calcio.
Nei cambi, in cui si è già imposto come il peggior allenatore mai transitato in biancoceleste negli ultimi decenni, Sarri riesce a fare ancora più danni del solito: poiché alla scontatezza e inefficacia delle sostituzioni uno a uno si aggiunge la totale mancanza di polso della situazione nella scelta degli elementi da avvicendare. Del resto parliamo di uno che, allenandolo tutti i giorni, ha ritenuto Casale in grado di mettersi a disposizione: laddove tutto ma proprio tutto, dall’adattamento di Marušić alla convocazione di un Primavera, avrebbe evitato che un giocatore letteralmente evaporato perdesse la partita quasi da solo. Alle prestazioni molto negative dei subentrati, oltre agli errori individuali, ha contributo il loro scendere in campo senza la minima idea su cosa fare: esattamente ciò che ci si aspettava da un Profeta del gggggioco.
Nell’attesa che qualcuno (De Laurentiis?) ce lo tolga dalle parti basse, e continuando ad auspicare un avvicendamento che ricorderebbe quello fra Zeman e Zoff, attenzione a non invocare con troppa convinzione il vincitore di giornata. Thiago Motta è una persona seria che sta lavorando benissimo con dei nomi da Cagliari: ma parliamo pur sempre di un macellaio, degno del peggior Mazzarri, e di uno a cui sta andando tutto bene alla media di un tiro un gol. Tanto di cappello per la classifica provvisoria del suo Bologna, ma solo con l’esaurimento di un simile stellone capiremo se sia davvero più furbo di un Nicola qualsiasi.
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