Visto da me: Udinese-Lazio 1-2
|
di Er Matador
Nel rapporto fra la Lazio e il sarrismo, la partita si è mossa su due binari distinti.
Sul piano mentale, la curva motivazionale ha ricalcato il canovaccio tristemente noto, con avvio a razzo e pausa nella parte centrale della gara. Sul piano tattico, sono emersi miglioramenti sia quando i giocatori hanno seguito il tecnico (nell'impostazione complessiva) sia quando hanno avuto il buonsenso di non farlo (azione del secondo gol).
La squadra ha avuto il merito di reggere e non disunirsi contro un avversario di inquietante modestia, ma con movenze da sicario e con la copertura di un arbitraggio dalla disonestà addirittura caricaturale.
Ottimo il debutto di Pellegrini nel tabellino marcatori, favorito da una disposizione inconcepibile della barriera: merito del giocatore aver cercato la soluzione di giustezza, senza troppe complicazioni inutili, e aver dimostrato quanto possa essere utile un mancino naturale in luogo di un esterno schierato sul piede opposto.
Note incoraggianti da Castellanos per la fisicità, molto superiore a dati antropometrici nella media, con cui ha inciso come riferimento centrale: sarà interessante rivederlo con qualche pallone giocabile anche in fase conclusiva.
Miglior prestazione stagionale di Rovella, mentre Felipe Anderson ha compensato uno spunto ancora appannato nell'uno contro uno con movimenti intelligenti e un contributo complessivamente apprezzabile: in primis la vera e propria carezza di testa per il tiro Vecino, giocata persino superiore a quella pur pregevolissima (nella foto, ndr) dell'uruguaiano.
Note negative lo spaesamento di Kamada, da ricostruire soprattutto nella testa, e la dinamica del pari: sia per l'immobilità della difesa, sia perché Lovrić ci aveva già provato da quella posizione.
|
Votazione: Questo articolo non è stato ancora votato.
|
|
|