Visto da me: Salernitana-Lazio 2-1
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di Er Matador
D'accordo con le vostre osservazioni.
Cito solo la prestazione di Kamada, apparso oggi un Nardin o un Salafia in versione giocatore di movimento. Bufala totale? O piuttosto il nuovo Muriqi, quanto a gestione e distruzione del capitale tecnico?
Ripartiamo dall'inizio. La Lazio si ritrova a parametro zero un buon elemento, che normalmente sarebbe fuori dalla sua portata per il costo del cartellino. Lo prende al volo, e fin qui va benissimo.
C'è un però, anzi due.
Primo: l'allenatore non lo vuole. E fin lì chi se ne frega: stiamo parlando del parere di uno che avrebbe imposto al club di svenarsi per Berardi, Ricci e Zieliński, quindi un pericoloso incompetente.
Secondo: l'unico pregio dell'allenatore è quello di fornire un sin troppo rigido impianto di gioco dal quale attingere gli identikit tecnici e tattici per i rinforzi. Invece Lotito continua ad agire come se in panchina ci fosse il solito miracolato, che deve ringraziare perché allena la Lazio e prende tutto quel che passa il convento.
E acquista Kamada senza porsi il problema di come inserirlo nell'organico. Il tecnico, un po' per patologica ottusità un po' per ripicca, non solo impiega i suoi tipici tempi biblici per inserire un nuovo arrivato: neppure si pone il problema di conoscerne le caratteristiche. Nei suoi deliri lo inquadra come sostituto di Milinković-Savić o vice di Luis Alberto, nonostante sia un giocatore diverso da tutti e due.
Da qui la prestazione di oggi, che sembra identificare il giapponese in una sorta di "uno": come in Brasile chiamano, nel 4-2-3-1, il centrale del terzetto dietro la prima punta. Quindi un giocatore portato a cercare l'uno-due o il pick and roll per l'inserimento, più che l'ultimo passaggio o l'accentramento della manovra su di sé con mansioni da regista. Kamada gioca una partita, in base al suo profilo tecnico-tattico; la squadra ne gioca un'altra, pensando che al suo posto ci sia Luis Alberto.
Ciascuno distribuisca a proprio piacimento le colpe fra il cialtrone di Villa San Sebastiano, il cialtrone in panchina e quelli in campo.
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