Visto da me: Lazio-Lecce 2-2
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di MagoMerlino
Partita come da consolidato copione delle Lazio di fine stagione.
Tra quella con il Milan e questa con il Lecce prendiamo quattro gol, praticamente tutti con lo stesso denominatore comune: il povero Marcos Antonio. Fuori posizione a rincorrere disperatamente avversari più potenti e veloci di lui.
La colpa non è ovviamente di Marcos Antonio, che prova a fare quello che Sarri vorrebbe, ma non ne possiede le caratteristiche fisiche e tecniche.
La colpa è di Cataldi che, pur fuori ruolo anche lui, dopo sessanta partite da vice-Leiva qualcosa aveva appreso ma si è infortunato.
La colpa è di Vecino che, non essendo neppure lui di ruolo, ha provato a far valere l'esperienza ma si è infortunato contemporaneamente a Cataldi.
La colpa è di Sarri, la cui unica altra alternativa da provare era Basic, che però ha dimostrato di non poter svolgere quel ruolo: troppo lento e macchinoso, possiede buon calcio, ma non ha la rapidità del giro palla che almeno garantisce Marcos Antonio.
La Lazio arriva allo sprint finale con i suoi migliori, Zaccagni e Felipe Anderson, in evidente affanno e con Immobile ancora alla ricerca di sé stesso. Luis Alberto prova a giocare, e qualche volta ci riesce: ma poi, appena si abbassa, è un altro che perde palloni sulla trequarti da cui gli avversari ripartono con difesa scoperta verso Provedel.
Difesa che rimane fin qui il reparto migliore, e regge finché può giocare da reparto mentre il centrocampo fa un minimo di filtro. Quando i centrocampisti vengono seminati non ha contromisure.
I difensori coprono punte centrali e laterali avversari; i centrocampisti dovrebbero essere coperti dai componenti della mediana biancoceleste, che però non ci sono. Infatti il Lecce segna due gol (nella foto quello dell'1-1, ndr) con un centrocampista, che mai aveva segnato prima: e che è solo riuscito ad attaccare la zona di competenza solitamente presidiata da Cataldi o Vecino, dove invece non c'era nessuno.
Quantomeno, dopo lo svantaggio arrivato come logica conseguenza di un approccio inquietante nel secondo tempo, la Lazio prova una reazione e alla fine salva un punto.
Fosse entrato il tiro sul palo di Pedro, forse ci sarebbe stato il tempo per vincerla, visto anche che il Lecce non aveva più forze per risalire.
Detto dell'ennesimo arbitraggio artefatto, la Lazio deve ritrovare le forze fisiche e mentali per affrontare le ultime tre giornate, sperando di recuperare almeno Vecino e Milinkovic-Savic.
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