Visto da me: Lazio-Verona 3-3

di Anse Lazio



Arrivo allo stadio e mi ritrovo in mezzo a una bolgia, con una Tevere strapiena e ribollente di Lazialità.
Tuttavia, essendo scaramantico e conoscendo i poteri nefasti del "tifoso occasionale", so che vedrò un Verona con la bava alla bocca fare di tutto per strappare i tre punti (proprio come il Toro ieri, certo...).

Non mi stupiscono le cappellate di Strakosha (ciaone) e di Acerbi (biciaone) che portano ai gol n. 56 e 57 subiti da questa difesa.
Per fortuna Felipe Anderson, Zaccagni e capitan Milinkovic-Savic si caricano sulle spalle la squadra e riescono, con l'aiuto dello svagato Cabral, a confezionare il pari prima dell'intervallo.

Nella ripresa si gioca verso la Nord e quindi in discesa. Ci pappiamo quattro gol (un'azione di Milinkovic-Savic avrebbe fatto crollare lo stadio) con una squadra che si avvale del contributo di Basic (molto migliorato rispetto al primo tempo), Pedro e di un sorprendente Kamenovic.
Si torna in vantaggio grazie a un triangolo Pedro-Felipe Anderson-Pedro, chiuso dal portiere scaligero che la consegna allo spagnolo.

Naturalmente Acerbi (bi-ciaone) non poteva esimersi dalla (speriamo) ultima castroneria che porta al gol n. 58 subito, e realizzato da un tizio che con un arbitraggio normale sarebbe stato sotto la doccia da tempo (millemila ammoniti del Verona, ma rigorosamente ignorati i falli di chi già sanzionato).
Veramente mediocrissimo il "tenente" Colombo mandatoci dall'aia (centosettantordecimo esordiente speditoci in questi due anni), il quale ignora un clamoroso rigore nel primo tempo con maglia di Felipe Anderson che diventa di dieci metri quadri.
Al VAR, more solito, ci stava Pisolo, il nano dormiente.

Finale con palo di Acerbi e pareggio che garantisce il quinto posto e mette sotto le merde.

Devo dire che lo sconosciuto Kamenovic ha bene impressionato per disciplina tattica, segno che il ragazzo ha lavorato tanto con Sarri e che quest'ultimo lo ha lanciato solo quando sicuro della sua affidabilità.
Cabral resta un giocatore inutile per questa rosa, bravo lontano dall'area e con scarso feeling col gol; si pappa una palla d'oro servitagli da Felipe Anderson e poi indirizza in Sud un tiro che, per nostra fortuna, incoccia un veronese e finisce in rete.
Per otto milioni, ringraziamo e passiamo oltre. Solo un cialtrone come tare poteva farlo passare per vice Ciro.

Finale bello e commovente con la squadra che fa il giro di campo, Leiva lanciato in aria proprio davanti a me.
Strakosha che sale sul palco per il saluto (accolto dall'indifferenza generale) e Leiva che saluta tutti nel ruggito di un'ovazione che celebra un grandissimo campione, capace di costruire un centrocampo fantastico. Già mi manca.

Ora: apriamo sta cazzo di campagna abbonamenti!!!

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