Visto da me: Cagliari-Lazio 0-3

di Er Matador



Il Cagliari, rivitalizzato da Mazzarri, veniva da una serie positiva; ha mostrato una valida condizione psicofisica, continuando ad attaccare e a creare situazioni di gioco anche col risultato già in freezer.

Questo per dire che la tara sul valore dell’avversario va sempre effettuata, per evitare analisi ottimistiche e le pericolose illusioni che ne conseguono.
Ma ieri sera tale valutazione evidenzia un predominio sul campo dovuto quasi per intero ai meriti della Lazio.

Una squadra organizzata e versatile, capace di proporre due copioni diversi: nel primo tempo supremazia territoriale e pallino del gioco sempre in mano; nel secondo pressing e contropiede breve.
Sbloccato il risultato su un episodio casuale, i biancocelesti hanno legittimato la vittoria con segnature degne del miglior Barcellona, alternando la soluzione di squadra a quella individuale.

In entrambe le modalità il lato positivo è stato rappresentato dall’attenzione nel non finire in fuorigioco, problema costato la qualificazione nel ritorno col Porto.
Il lato negativo consiste nel non aver concretizzato contropiede sanguinosi a campo aperto e in superiorità numerica, conservando una proporzione nettamente sfavorevole tra mole di gioco e gol segnati.

In difesa, oltre a non concedere nulla nei sedici metri, la squadra ha fatto muro contro i tentativi dal perimetro dimostrando migliore efficienza nelle distanze fra i reparti.

L’impressione è che la Lazio di Sarri stia prendendo forma, restituendo una logica ai sia pur troppo lunghi mesi di anticamera e al concetto di anno di transizione.
Fino a un mese e qualcosa fa la stagione appariva senza senso, ora lascia intuire un percorso di crescita.

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