Visto da me: Lazio-Genoa 3-1
|
di Er Matador
Nel primo tempo, durante la diretta streaming, è passata in sovrimpressione la pubblicità di un farmaco per la prostata. Forse il miglior commento per la determinazione, l’intensità e l’incisività mostrate dalla Lazio nella prima mezzora abbondante.
Un tiki-taka a pedali, con una velocità che sarebbe risultata troppo bassa sulla spiaggia di Copacabana negli anni ‘50. Tant’è che a un Genoa derelitto, con un gol e un punto nelle precedenti cinque gare e un allenatore inventato nel calcio italiano, è bastato un pressing diligente per soffocare ogni velleità avversaria.
Poi Felipe Anderson, un difensore aggiunto dei rossoblù come falso nueve, ha dato il fischio d’inizio alla sua partita personale. Riprendendosi la posizione sulla fascia, al di fuori di qualsiasi logica di schieramento, e ripetendo il guizzo di Pedro sul 2-0 contro la Salernitana, solo finalizzato con l’assist anziché con la conclusione. Meritatissima la soddisfazione personale dell’ex Barça, un alieno per voglia, tecnica e intelligenza calcistica.
Dopo il gol dell’1-0 si sono visti il clone sfigato di Maccoppi dare un senso alle proprie incursioni offensive; Luis Alberto avocare a sé unilateralmente i calci d’angolo e poi lanciare Zaccagni con una prodezza (nella foto, ndr) da antologia; la difesa, schiacciata come al solito sul portiere, incassare un gol da analfabeti della tattica. Tutto all’insegna del peggiore déjà vu e di un comune denominatore: gente che fa come gli pare. Non un gol dovuto agli schemi di Sarri e neppure l’ombra dei medesimi, più il sottofondo di una situazione disciplinare da circo.
Delle due l’una: o la Lazio è inallenabile, a meno di una tabula rasa, o in panchina c’è un uomo stanco e senza più stimoli, al punto da arrendersi per quieto vivere a quattro cialtroni. Sarri decida che allenatore vuole essere in biancoceleste: se intende proseguire con questo atteggiamento, sulla falsariga degli indegni predecessori ma con un ingaggio doppio, può tornarsene a Fanculo in Valdarno quando meglio crede.
|
Votazione: Questo articolo non è stato ancora votato.
|
|
|