Visto da me: Lazio-Torino 0-0
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di Orazio Scala
Ieri la Lazio ha giocato il secondo tempo. Il primo ha cincischiato.
E in entrambe le configurazioni ha lasciato inviolata la porta della squadra più ridicola della A.
Per un motivo o un altro, i cali nel finale sono ormai una costante che compromette tutto il castello costruito d'inverno.
Lo scorso anno un campionato strepitoso è stato interrotto come sappiamo e la ripresa è stata tragica. E va bene, il cambio di scenario è stato tale da sgonfiare un qualcosa che si reggeva tantissimo sulla determinazione e la tangibilità dell'obiettivo. Salisburgo fu una delusione pesante, ma giustificammo anche quella. Ieri si doveva vincere. Per rispetto di noi stessi, prima di tutto. Se non ci sei riuscito devi prendere atto di avere una squadra che può diventare scadente in determinate circostanze. Circostanze che si verificano troppo spesso.
Il lavoro di Tare nei dieci anni e pure nei tre recenti parla coi risultati, ma quest'anno si è rivelato indecente. È giusto concedergli un altro giro? O è meglio anticipare una possibile uscita di scena di un anno?
Due terzi della rosa vanno sostituiti. Ovvero si ricomincia coi mal di pancia di Luis Alberto, la depressione invernale di Correa, mentre contiamo le spizzate di testa di Muriqi da sommare agli zero gol totali.
L'allenatore ha perso credibilità e carisma soprattutto per l'estenuante vicenda del contratto.
Si proceda a un rinnovo dei quadri, il più ampio e profondo possibile.
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