Visto da me: Lazio-Fiorentina 1-1
|
di Er Matador
Una di quelle partite che fanno male, perché ti riportano bruscamente a terra dopo un esaltante giro sulle montagne russe.
Serata cominciata nel migliore dei modi, con la Lazio che passa grazie a Casale e a una zampata da centravanti d’antan, per poi mettersi dietro e ripartire. Peccato che su quest'ultimo punto la prestazione dei biancocelesti si inceppi completamente, col baricentro che si abbassa e sortite sempre più sporadiche. Non che manchino le occasioni sprecate, una da parte del più che mai bentornato Immobile, ma si tratta di lampi in un contesto di totale subalternità tattica.
Il trio di centrocampo si conferma troppo leggero per questo tipo di partite e Sarri, come al solito, non dispone di un piano B. In questo caso con qualche attenuante in più poiché, con l’involuzione di Bašić, le alternative muscolari in mediana risultano azzerate.
Di suo ci mette comunque scelte discutibili nei cambi, sia per la tempistica troppo tardiva sia per la scelta di togliere Luis Alberto, di gran lunga il meno peggio fra i tre. Responsabilità, dunque, da condividere con chi gli ha messo a disposizione un organico con evidenti buchi in troppe caselle: compresi i subentrati Vecino e Marcos Antônio, solo in teoria due alternative a metacampo.
L’uruguaiano ha dimostrato tutti i suoi anni sul piano della condizione, limite accentuato dal dinamismo della mediana avversaria. Il brasiliano ha tirato il fiato nei minuti in cui, con l’uscita di Bonaventura, Italiano ha dovuto ritrovare gli equilibri: per il resto non toccando o quasi il pallone anche perché, sballottato in quel modo nella manovra e nei contrasti, il pallone sembrava lui.
Ospiti superiori ai punti, pur corroborati dall’indecorosa direzione di Chiffi, e spavento finale per la traversa centrata sottomisura da Milenković (nella foto, ndr). Il quale, con quella sola giocata, si è reso più pericoloso del suo quasi omonimo in maglia biancoceleste, oggi davvero controproducente.
Lazio che si conferma inadeguata sotto ogni profilo per competere giocando ogni tre giorni. E che lo sarà sempre finché mercato e conduzione tecnica verranno delegati a personalismi irresponsabili, anziché a metodologie di lavoro minimamente serie.
|
Votazione: Questo articolo non è stato ancora votato.
|
|
|