Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ho letto con curiosità e attenzione il dibattito sviluppatosi nel topic "Caro Vincenzo ti scrivo". Non mi preoccupo degli insulti preconcetti, cui sono abituato, ma della piega assolutamente pretestuosa che sta prendendo la discussione. Io sono il caposervizio dello Sport del Messaggero e rispondo in prima persona (anche quando sono in ferie) di quanto viene pubblicato su queste pagine. Nessuno mi ha mai impedito di scrivere quello che penso, non esiste una linea editoriale sullo Sport, non è mai stata cambiata una sola virgola di quanto ho scritto nè mi è mai stato commissionato dalla direzione un pezzo a favore o contro qualcuno. Dopo quasi 35 anni di professione giornalistica sono del resto in grado di capire da solo cosa si può scrivere (senza incorrere in querele milionarie) e cosa no. In 35 anni ho subìto una sola denuncia per aver riportato una frase in un'intervista che l'intervistato ha vigliaccamente smentito, ma il giudice, dopo lunga indagine, ha dato ragione a me.
La mia professionalità sta nello scrivere solo cose che posso provare o che fanno parte della cronaca di un evento. Nello scriverlo, appunto, o nel pretenderlo da chi mi lavora al fianco. Sul Messaggero in edicola martedì 3 maggio, all'indomani della partita Lazio-Juventus, era riportato nella titolazione e con grande evidenza del rigore negato a Floccari, con tanto di 4 in pagella all'arbitro Mazzoleni, erano riportati gli sfoghi di Lotito, Reja ecc. Dopo la beffa di Napoli idem, con elenco partita per partita dei torti subìti dalla Lazio, che sarebbe pleonastico ripetere ogni giorno a beneficio dei tanti lettori distratti o smemorati. Quanto alle pagine sulla Roma, gli errori dell'arbitro Russo a Bari anche a favore dei giallorossi, sono stati raccontati in un pezzo che ricordava fra l'altro l'insicurezza della sua assistente, anzi di tutti e due. Tutti coloro a cui questo non basta, coloro che confondono un giornale indipendente con un giornale di partito di tifosi, pensino pure alla mia incapacità ma non tirino in ballo per favore linee editoriali che non esistono, che non avrebbero ragione di essere e che comunque sulla mia testa non passerebbero mai.
Vincenzo Cerracchio
