Autore Topic: Le 15 cosa da sapere sul «Loco»  (Letto 817 volte)

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Le 15 cosa da sapere sul «Loco»
« : Martedì 5 Luglio 2016, 16:45:18 »
http://www.corriere.it/

IL PERSONAGGIO
Marcelo Bielsa nuovo allenatore della Lazio

Le 15 cosa da sapere sul «Loco» (alcune delle quali giustificano il soprannome)
La famiglia esigente, lui ancora di più (con se stesso e gli altri). Gli addii repentini, la stima enorme che riscuote presso colleghi e giocatori. Un calcio a volte di ineguagliata bellezza:
ritratto del tecnico più affascinante del mondo (grazie al cielo) approdato in Italia


di Tommaso PELLIZZARI



1.Biancoceleste
Biancoceleste, come la maglia della Nazionale del suo Paese, l’Argentina, che portò alla conquista dell’oro olimpico del 2004. E come quella del Marsiglia, l’ultima squadra allenata da Marcelo Bielsa e lasciata (ma questa è una notizia fino a un certo punto) in modo piuttosto brusco. Ora che è ufficiale il suo arrivo mercoledì alla Lazio, si potrebbe dire che il bianco e il celeste sono i colori del destino, per il Loco. Ma si commetterebbe l’errore di dimenticare il rosso e il nero del Newell’s Old Boys, la squadra di Rosario, della sua città (che gli ha già intitolato lo stadio), del suo cuore e che portò a vincere il campionato argentino e quasi la Coppa Libertadores, persa in finale nel 1992. Come gli successe quasi vent’anni dopo, nel 2011, sulla panchina della squadra che oltre al nero dei calzoncini, al rosso della maglia affianca il bianco: l’Athletic Bilbao portato alle finali di Europa League e Coppa del Re, perse contro il Barcellona del suo allievo più fedele (Pep Guardiola) e di uno dei tanti ex suoi calciatori che lo adorano (Diego Simeone). Una stagione di calcio di bellezza indimenticabile: mai come in quel caso (o forse solo per l’Olanda del 1974) vittoria o sconfitta finirono per diventare un dettaglio della storia.

2. La famiglia
Quella di Bielsa è una famiglia (di Rosario) piuttosto anomala rispetto alle storie classiche di calcio. Suo nonno è stato uno dei padri del diritto amministrativo argentino. Sua madre un’insegnate di storia, pare di terrificante severità. Il padre era un avvocato. E contrarissimo alla passione per il calcio del figlio. Anche il fratello di Marcelo, Rafael (dietro, nella foto), è un avvocato, ma con una storia diversa. Negli anni della dittatura, era un militante peronista, arrestato e per due mesi torturato prima di riuscire a scappare in Spagna, da cui rientrò nel 1981. Dal 2003 al 2005 è stato ministro degli Esteri del governo di Nestor Kirchner, quello che più ha fatto per il recupero della memoria sugli anni drammatici della dittatura.

3. Ritiro precoce
Da calciatore Bielsa faceva il difensore. Giocò nel Newell’s Old Boys di Rosario, quindi Serie A argentina. Ma, da persona molto esigente anche con se stessa, preferì ritirarsi a 26 anni perché non si riteneva abbastanza bravo. E cominciò a fare l’allenatore.

4. Frasi/1
La prima frase da conoscere per capire Marcelo Bielsa è attribuita al fratello Rafael, omonimo del nono giurista: «Fin dall’infanzia in casa ci è stato chiesto di arrivare ai vertici, e ci hanno spiegato come farlo. Senza però insegnarci a essere felici una volta raggiunta la cima».

5. Il vocabolario
Agli inizi della carriera da allenatore, nelle giovanili del Newell’s, era solito restare in campo con un vocabolario sottobraccio. Voleva essere sicuro di usare, con i calciatori, le parole più esatte possibili.

6. Piacere, Pochettino
Nel suo bellissimo documentario dedicato su Sky alla città di Rosario, Federico Buffa racconta una storia straordinaria. Diventato allenatore del Newell’s, Bielsa decide di andare a caccia dei migliori talenti da portare in squadra. Per farlo, prende una carta dell’Argentina, la divide in 70 zone squadrate, ciascuna delle quali con 5 sottozone. E poi le percorre una per una con la sua Fiat 147, per un totale di 25 mila km percorsi arrivando a visionare circa 2.000 calciatori. I metodi di valutazione sono i più diversi. Come quando, a notte fonda, bussa a una casa. L’uomo che apre si sente chiedere se abita lì una giovane promessa del calcio. A poco serve replicare che sono le 4 del mattino. Il ragazzo viene svegliato e portato al cospetto di Bielsa. Che lo guarda, nemmeno troppo a lungo, e poi disse. Ok, va bene. Così è iniziata la carriera di Mauricio Pochettino. Che oggi fa l’allenatore del Tottenham.

7. Frasi/2
Nello stesso documentario, Federico Buffa ricorda un’altra frase che riassume piuttosto bene Marcelo Bielsa. E questa volta è una frase tutta sua: «Se il calcio non fosse giocato da uomini, la mia squadra vincerebbe sempre».

8. La sua idea del calcio
Già, ma che calcio ha in mente Marcelo Bielsa? Questo il riassunto che sulla Gazzetta dello Sport ne ha fatto Paolo Condò nel 2012, ai tempi delle meravigliose partite del suo Athletic Bilbao: «Tre comandamenti: 1): Difendi alto, per restringere il campo e asfissiare col pressing; 2) attacca largo, per dilatare le maglie della difesa; 3) Muovi in fretta la palla, per trovare sbilanciato lo schieramento avversario». Che detto così non è del tutto rivoluzionario. Lo è solo se combinato con la dedizione e l’applicazione che Bielsa riesce (quando ci riesce) ad ottenere dai suoi giocatori. Ancora Condò: «La grandezza di Mourinho consiste nel fatto che i giocatori si getterebbero nel fuoco per lui, ma Bielsa è ancora più grande perché i giocatori si getterebbero nel fuoco per le sue idee».

9. Il modulo leggendario
È quasi un’associazione pavloviana. Dici Bielsa e subito pensi 3-3-1-3, cioè il modulo con cui il Cile (di cui è stato commissario tecnico dal 2007 al 2011) ha dato spettacolo al Mondiale sudafricano. A Bilbao ha però fatto ricorso al 4-3-3. Con i terzini, però, ad altezze mai viste in natura.

10. I meccanismi
Al perfezionamento dei meccanismi di gioco Bielsa arriva attraverso allenamenti di incredibile intensità, su un campo che viene preparato nelle due ore precedenti l’allenamento dai suoi assistenti. Il terreno di gioco viene sezionato con coni e strisce di plastica, in zone geometriche all’interno delle quali si provano (continuamente) passaggi, controlli, movimenti nello spazio e diagonali.

11. I corridoi (e non solo) di Guardiola
Sarà un caso che uno dei cardini degli allenamenti di Guardiola sia la divisione del campo in cinque corridoi verticali? Certo che no. È risaputo che, prima di iniziare la sua avventura di allenatore al Barcellona, Pep sfruttò la comune conoscenza del regista spagnolo Fernando Trueba per andare a conoscere Bielsa. Passarono la giornata guardando film e parlando. Alcuni schemi furono illustrati dislocando sul prato dei mobili da giardino. Ogni volta che può, Guardiola ripete che - semplicemente - Bielsa è il più bravo di tutti.

12. Le altre passioni
Parentesi: Bielsa è un grande appassionato di cinema. Quando era c.t. dell’Argentina (tra il 1998 e il 2004) pare che in ritiro guardasse fino a 4 film al giorno. L’altra sua grande passione (come si può notare mettendo a confronto le sue foto di oggi con quelle di un tempo) è il cibo. A Bilbao - come ha raccontato Filippo Maria Ricci - si presentava molto presto ai pescatori del villaggio di Algorta. Oppure si presentava ad Arboleda, zona mineraria ma anche di alubias, celebri fagioli locali. Qualsiasi fosse il luogo, Bielsa si presentava con la tuta del club. Che però comprava nel negozio ufficiale, per non pesare sulle finanze...

13. La lezione
Guarderà tanti film, Bielsa. Ma partite di più: pare siano circa 50.000, finora, quelle che ha studiato. Per trarne una conclusione (per lui ) definitiva: nel calcio esistono 28 moduli utilizzabili da un allenatore. Lo ha spiegato in una lezione tenuta lo scorso marzo ai colleghi italiani a Coverciano. Un’ora abbondante che se non fosse scaduto il tempo sarebbero state tre e che si è conclusa con tutti in piedi ad applaudire.

14. Frasi/3
«Esiste la sconfitta che serve e la vittoria che non serve a nulla».

15. Il Marsigliese
Infastidito per le modifiche introdotte (senza consultarlo) nel suo nuovo contratto, da Marsiglia se n’è andato dopo la prima giornata della seconda stagione. La lettera era già pronta, ma Bielsa non voleva danneggiare la squadra prima della partita d’esordio col Caen (poi persa 1-0). Dell’annata precedente si ricorda: 1) un inizio folgorante, pur dopo avere reso noto che i giocatori voluti dal presidente non erano gli stessi desiderati da lui. Eppure, a lungo l’Om contese il primato al Paris Saint-Germain, squadra che ha un budget circa cento miliardi di volte superiore; 2) il 27enne ex droghiere di Mendoza, che Bielsa ha assunto come osservatore dopo avere ricevuto una sua lettera; 3) un certo Dimitri Payet, che da calciatore ingovernabile vince la classifica degli assist nella Ligue 1 2014-2015. E poi, 4) quella marsigliese passerà alla storia come la stagione del frigo portatile, su cui Bielsa stava seduto a vedere le partite (e chissà cosa diavolo vedeva). Una volta si sedette anche su un bicchierino di caffè bollente e ovviamente il video diventò virale: «Le tv hanno trasmesso trenta volte la scenetta e soltanto due il secondo gol a Tolosa, che è stato quanto di più vicino alla perfezione collettiva abbia prodotto a Marsiglia». Lo si può vedere qui sopra.

16. "Perché mi chiamano El Loco"
Bielsa, infine, sa benissimo che tutti lo chiamano El Loco. Ma, ha spiegato una volta, «è solo perché alcune risposte che ho formulato per risolvere delle situazioni non corrispondono alle abitudini delle persone». Speriamo che arrivi presto. E soprattutto che resti a lungo.

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